UN GIORNO DOPO L'ALTRO, di CarloLucarelli

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MrVecchiofan
view post Posted on 24/1/2011, 12:32




(…)
Tenco mi piace davvero.
Va bene, ora mi piace soprattutto perché parla di amori finiti ma non è solo per quello, la prova è che appena sto per spegnere tutto lo sguardo mi cade sul retro del Cd che sta sullo stereo, sulla lista dei brani, e ne vedo uno che non c'entra niente con l'amore, ma che è bello lo stesso, così lo punto sul lettore, aspetto che appaia il suo numero sul display e lo faccio partire.
(…)
Inizia subito, dal silenzio compatto dei solchi invisibili del Cd.
E' un arpeggio di chitarra che sale e scende, lento e dolcemente ipnotico, appena trattenuto a metà, come se volesse tornare indietro, e appena sbavato da una nota più bassa alla fine, che diventa l'inizio dell'arpeggio successivo, identico, sempre quello, malinconico e dolce, sempre quello, fino alla fine del brano.
(…)
Quasi a metà del terzo arpeggio Tenco inizia a cantare.
Non lo fa con tristezza, anche se le parole che dice sono tra le più strazianti che abbia mai sentito.

Un giorno dopo l'altro,
il tempo se ne va...
Le strade sempre uguali,
le stesse case…

(…)
E gli occhi intorno cercano
quell'avvenire che avevano sognato...


C'è un momento, in questo brano, in cui la voce di Tenco si spezza. [Probabilmente si riferisce al momento preciso in cui Luigi, nel cantare il verso successivo “ma i sogni sono ancora sogni”, fa un’inattesa pausa dopo il “ma…”, la cui potenza espressiva ci è ben nota, N. d. R.]
Fino allora aveva cantato con quel modo che ha lui di farlo, con la voce che sembra uscirgli dal fondo della gola e passare attraverso il fumo di una boccata di sigaretta appena tirata e rimanere comunque densa e morbida.
Si poteva pensare che fosse perplesso, assorto, malinconico forse, con lo sguardo perso nel vuoto e magari gli occhi un po' socchiusi, tirati agli angoli, e invece lì no, lì la voce gli si spezza, scivola più in fondo, più roca e fa capire quello che veramente è.
Non è pensoso, è disperato.

Ma i sogni sono ancora sogni
e l'avvenire è ormai quasi passato.

(…)

Non c'è che dire: un ascoltatore finissimo!

 
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tenchiana85
view post Posted on 26/9/2011, 14:48




Stupenda questa canzone
 
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Balans21
view post Posted on 1/10/2012, 20:25




Sicuramente Carlo è un grande estimatore di Luigi fin da ragazzino (come ci ha ben spiegato il 20 luglio del 2006 alle ore 18,30 nell’incontro tenuto a Ricaldone insieme a GF Reverberi, Enrico de De Angelis…). La prova provata della sua passione per Luigi credo sia confermata dalla scelta del titolo di un suo romanzo noir, edito dall’Enaudi nel 2000, “Un giorno dopo l’altro”. Il 20 luglio del 2006 (giorno del mio compleanno) ebbi il privilegio di vistare, un’ora prima dell’inaugurazione ufficiale delle autorità, il “Centro Luigi Tenco” insieme con Carlo. All’interno dello spazio museale eravamo presenti solo noi due, osservammo e commentammo i vari materiali esposti e valutammo che sii trattava di un grande tributo fatto a Luigi, uno sforzo innovativo (il primo in Italia dedicato a un cantautore) nato da paesino come Ricaldone che sicuramente non aveva molte risorse economiche ma dimostrava tanta volontà (e volontari) disposti a sacrificarsi per dare onore al loro concittadino. Poi seguì una tavola rotonda (erano presenti anche Massimo e Fausto ma non ci conoscevamo ancora). Alle 21.00, nello spazio antistante la cantina sociale di Ricaldone, andava in scena lo spettacolo: “Tenco a tempo di tango” dove un commissario della Polizia di Stato (impersonato dal bravo Adolfo Margiotta) partiva da Sanremo diretto in Argentina per capire cosa avesse fatto, e chi incontrò, Luigi nei dieci giorni di soggiorno argentino del 1965. A questo punto entrava in scena la stupenda Mascia Foschi (bella e brava), che iniziava a interpretare magistralmente alcuni pezzi di Tenco rivisti e arrangiati a tango dal maestro Alessandro Nidi. Al termine dello spettacolo rividi Carlo, ci fu il tempo per una bella chiacchierata sullo spettacolo, mi presentò Mascia Foschi e mi chiese di inviargli le foto che avevo scattato durante lo spettacolo. Non nego che un bacio a Mascia, e una chiacchierata con Carlo, dopo lo spettacolo non sono cose che si dimenticano facilmente per un tenchiano.

Rispetto alla bella analisi che Carlo ha fatto, sul ritardo di Luigi nell’attacco di: "ma..." in “Un giorno dopo l’altro”. Si tratta di un’osservazione acuta, che dimostra che Carlo conosce bene Luigi, infatti, questa è una delle caratteristiche interpretative principali (e costanti) presenti nel suo modo cantare. Se proviamo a cantare, sopra alla voce di Luigi, si rischia di attaccare sempre prima di lui... (sicuramente noi tenchiani l’abbiamo fatto tutti). Forse questo suo modo di cantare fu uno dei motivi delle due piccole incomprensioni sanremesi, avvenute nell’esecuzione di “Ciao Amore Ciao”, con il direttore d’orchestra Gianpiero Reverberi. Luigi nella versione in lingua spagnola la cantava molto più lentamente. Insomma, un grande Carlo Lucarelli (da annoverare tra i tenchiani doc) e un fantastico interprete vocale che risponde al nome di Luigi Tenco.
 
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Maricucciola
view post Posted on 1/10/2012, 21:24




Beh...che dire...non mi sento assolutamente all'altezza di fare un'analisi accurata(tecnico-musicale) di questo capolavoro tenchiano. Per me è uno di quei capolavori di fronte a cui si può solo rimanere con la bocca e le porte dell'anima spalancate e lasciarsi pervadere dalla musica. Vi confesso che insieme a "vedrai vedrai" che è in un certo senso il mio "inno di speranza",con cui appunto di ricarico della forza di andare avanti nei momenti "no","un giorno dopo l'altro" è la canzone che ascolto ogni sera prima di addormentarmi. Un testo semplice e diretto in cui ciascuno di noi non può non identificarsi:un altro giorno che scivola silenziosamente via,un giorno che ci sembra sfuggito tra le mani,e in cui forse avremmo sperato di realizzare qualcosa in più,un giorno sul finir del quale molti provano la stessa delusione di ogni sera,cercando con gli occhi se per caso quell'avvenire che avevano sognato. Anche la musica sembra riprodurre il "suono" di un giorno che dolcemente e tristemente si conclude.
 
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view post Posted on 1/10/2012, 22:42
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Un piccolo aneddoto capitato a Balans, (tanto per rimanere in tema): nel giugno dell'anno seguente, mentre passeggiava nei pressi del Teatro Regio di Parma qualcuno gli infilò nelle orecchie un auricolare e lui rimase pietrificato.
Luigi gli stava fischiettando nelle orecchie qualcosa di inedito....un giorno dopo l'altro.
 
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Balans21
view post Posted on 2/10/2012, 13:31




Verissimo Massimo! Mi viene la pelle d'oca al sol pensiero di quel fischiettio inedito. L'intervento di Mariucciola lo trovo molto bello, mi ha fatto tornare alla mente un mio commento su "Un Giorno dopo l'altro" che feci alcuni msi fa durante la presentazione dell'ultimo CD (bellissimo) di Renato Franchi & l'orchestrina del Suonatore Jones. Dal titolo: "Dopo le strade" appunti di viaggio...

[...] Da studioso tenchiano vi posso assicurare che anche “Un giorno dopo l’altro” (una perla poetica nella descrizione dello scorrere del tempo), inserita in questo contesto e a chiusura dell’album, si presta a una lettura nuova: continua a mantenere la sua forte valenza intimista “individuale” ma si rafforza del concetto dell’intimismo collettivo sociale (tante persone sole e deluse con il medesimo problema). Sembra un pezzo scritto da Luigi Tenco per l’Italia d’oggi, le parole che escono dalla voce Viky sembrano descrivere lo stato d’animo di un giovane disoccupato che, dopo l’ennesima giornata sprecata alla ricerca del lavoro (che non c’è), la sera, mentre ritorna a casa solo e deluso, comincia a temere che anche la speranza possa diventare un’abitudine. Su questo punto condivido solo parzialmente la lettura proposta dalla professoressa Mariangela Giusti dell’Università Bicocca di Milano [...] . A Renato, e agli altri componnenti del gruppo, vennero le lacrime agli occhi mentre il pubblico scandiva ad alta voce: Luigi, Luigi, Luigi... Ciaooo
 
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5 replies since 24/1/2011, 12:32   312 views
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